lunedì 15 febbraio 2016

Ricominciamo da qui!







E si ricomincia con le parole, le immagini e i consigli su cosa leggere.
Manchiamo da un po', è vero...
Mai avremmo immaginato che gestire uno spazio così piccolo potesse impegnare la nostra vita h24. 
Il Natale è stato davvero una festa per la nostra botteguccia e ringraziamo tutti i nostri clienti per l'affetto dimostrato e per la fiducia che passo dopo passo ci permette di crescere professionalmente ed umanamente.

Il 2016 è iniziato con novità che non possono non occupare qualche centimetro dei vostri scaffali. Ci sembra doveroso elencarne alcune e chissà, magari dopo aver letto questo post passerete in libreria ad acquistarne una copia.

Inizierei con la "Resistenza del maschio" di Elisabetta Bucciarelli (NN Editore) che ha spopolato sul web con un "Retweet" continuo e con fiumi di "Mi piace", seguito meritatissimo ovviamente. 
Elisabetta Bucciarelli delinea in maniera del tutto familiare il maschio italiano del XXI secolo. Più che una resistenza tradizionalmente intesa, a mio avviso, è un immobilismo quasi concettuale, l'atteggiamento tipico di chi nel cambiamento si fa trasportare assecondando ed annuendo. Un "maschio" fin troppo comune. 
Un vicino di casa, un amico o come nel caso della Bucciarelli un professore universitario, un uomo non "medio" che nel suo essere professore, marito e cittadino non stupisce e non diverte. 
Un quadrato insomma!
I personaggi femminili sono tanti, sfaccettati e diversissimi tra di loro...tutte donne che ruotano attorno a questo manichino, che si raccontano, s'interrogano ma che danno un po' l'impressione di topi in gabbia. Anche le donne di questo romanzo hanno un non so che di immobile, come se stessero dentro ad un circolo vizioso, come se reiterassero un "peccato" pentendosene subito dopo.
La soluzione sarebbe molto semplice. 
Abbandonare il maschio resistente a se stesso e guardarsi allo specchio senza la maschera di amante, collega corteggiata, moglie con l'orologio biologico impazzito. 
Guardare gli occhi di una donna, semplicemente...




Altro titolo da tenere in considerazione come una delle chicche dell'inizio dell'anno è "Ancòra" di Hakan Gunday (Marcos y Marcos).
Libro toccante, un pugno allo stomaco in alcuni passi ma necessario secondo il mio punto di vista. Era ora che qualcuno scrivesse sulla tratta degli uomini senza uno sguardo moralista. Così, nudo e crudo. Quello che ci potrebbe essere e basta. 
La storia di un padre e di un figlio che trasportano uomini via mare dalla Turchia all' "Europa". E la storia soprattutto di come questa vita in mare può condizionare lo sguardo di un bambino. 
Il gioco è gioco che tu abbia dieci anni o sessanta ma nel caso di Gazâ si gioca con gli esseri umani, si sperimenta la vita da adulti dentro una cisterna piena di speranza legata al dito di ogni singolo migrante e in un attimo quella flebile speranza diventa violenza, rabbia, rancore e ricatto. 
L'unico barlume di umanità rimane una rana verde di carta che un amico afgano prima di andare via regalò a Gazâ. Una rana, un simbolo buddista, un salto. Forse quel salto che in cuor suo Gazâ vorrebbe fare e magari farà.
Hakan ci regala il mondo così com'è o forse, per dormire sogni tranquilli, "quel" mondo così com'è.

Grazie per questo schiaffo di sincerità.

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